La luce del mio destino

SPOILER DEL SESTO LIBRO! H&Hr ship per tutte le bestiole!&

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  1. desdeus
     
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    Ma sadica quanto da 1 a 10?


    me molto preoccupato
     
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  2. Gillian'90
     
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    Diciamo che sono decisamente di nono livello! e non scherzo affatto mio caro! comincia a preoccuparti posso essere perfida con tutti e tutto
     
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  3. desdeus
     
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    Tutto ma non Draco/Hermione e Harry/Ron ti prego!!!!!! ti prego!!!!!! ti prego!!!!!! ti prego!!!!!!
    Per me queste due coppie sono veramente indigeste sick.gif
     
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  4. Gillian'90
     
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    Ma cosa hai capito?!! Ma non lo farei mai neanche morta!!! voglio dire solo che faccio molto attendere e poi sono AUROR nell'anima non potrei mai mettere una coppia diversa da H&Her no problem!!
     
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  5. desdeus
     
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    Allora a questo tipo di sadismo sono abbituato. Per me essere sadici e far mettere Harry con un altra Squinzia farcello stare 22 chap e poi arrivare ad una specie di harry/Hermione non ben definita questo è essere Sadici. Aspettare un po per vedere insieme Harry ed Hermione felici e contenti non è proprio essere sadici.

    Ciao
     
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  6. ghiacciolo_al_limone
     
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    CITAZIONE
    “Che cosa dovremmo affrontare?” chiese curiosa una ragazza piuttosto allegra alla prospettiva di un po’ di movimento “Mangiamorte, Eva” rispose tranquilla prima di smaterializzarsi silenziosa. Eva sorrise, brandendo la bacchetta, cosa che fecero anche gli altri. Poi velocemente seguirono Gillian smaterializzandosi anch’essi, senza però sorridere come l’altra ragazza. La pioggia cominciava a diminuire.


    CITAZIONE
    Danny scattò in piedi seguiti dalla sua amica, da Harry ed Hermione. In cucina trovarono le pentole cadute per terra che ricoprivano il corpo impolverato di torta di una povera ragazza dai lunghi capelli verde acqua e gli occhi grigi scuri “Se provi a ridere Danny nessuno ti salverà da una Avada!” disse stizzita la ragazza che dopo essersi rialzata si puliva con la bacchetta dai resti di torta che aveva schiacciato. Danny non ascoltò l’avvertimento e cominciò a ridere. Lisa scosse la testa “Lascialo perdere Eva! Quello non merita la tua attenzione” le disse comprensiva l’amica intanto che risistemava le pentole con la bacchetta, pentole che caddero subito a terra per colpa di un’altra smaterializazione. Elise si ritrovò a terra sommersa dalle pentole. Molly emise un urletto indignato per le sue povere padelle che a forza di cadere si sarebbero ammaccate. Danny aveva perso il controllo delle sue risate. “Siete…ahaha…siete…ahah…spassose…oltre…ahahaha…ogni…ahhah…dire…ahaha…ragazze!” si teneva premuto un braccio allo stomaco mentre tentava di respirare. Lisa ed Eva gli lanciarono uno sguardo furioso “La vuoi smettere!” tuonarono all’unisono mentre aiutavano Elise che lo fissava a sua volta contrariata “Ma che gli prende?”
    “Nulla! Ignoralo!” le risposero ancora all’unisono Lisa ed Eva. Elise lasciò perdere “Gillian, Gideon e Sherazad stanno arrivando, ci sono stati problemi con quelli del ministero…” disse agli altri mentre si puliva un pochino il mantello. Elise alzò lo sguardo verso i capelli di Eva “Ma che hai tra i capelli?” chiese mentre la puliva da una poltiglia giallastra, l’assaggiò facendo subito dopo una smorfia “Bleh!! Torta millefiori! Io la odio!” esclamò mentre Eva cercava di ripulirsi i capelli “Anche io la odio” ammise lei dopo essersi pulita bene la testa.


    MA CI SONO ANCHE IO!!!!! ma io sono commossa!!!!! KRAZIE!!!!!!!!!ma io che farò? oddio sono curiosa!!!!! cmq me piase tantissimo...sei consapevole che ora comincerò a rompere le scatole?
     
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  7. Gillian'90
     
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    MA io voglio che rompi le scatole! Così mi costringo a scrivere velocemente...me felice che ti piaccia non ci speravo.....
     
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  8. ghiacciolo_al_limone
     
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    allora comincio:

    QUANDO POSTI IL SEGUITO!?!??!?!!??? w00t.gif w00t.gif w00t.gif
     
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  9. Gillian'90
     
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    Vediamo la cosa mi ci vuole un po'....ma facendo uno spoiler posso dirti che una certa ragazza che ha il nome che inizia per E...si troverà ad essere molto arrabbiata e beh...lei decisamente è molto speciale...decisamente forte...uhm' non dico altro...
     
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  10. ghiacciolo_al_limone
     
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    NOOOOO VOGLIO SAPERE NON RESISTO!!!!! cmq krazie mille per avermi citata nella tua ff sono onorata di questo
     
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  11. Gillian'90
     
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    Di nulla Eva! e poi ho grandi progetti per tutti i miei personaggi...lei... forse è un po' pazza ma molto simpatica e professionale....
     
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  12. Rubis
     
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    Gill ma in quale contesto mi inserirai? Me impaziente, la tua ff mi sta prendendo tantissimo!
     
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  13. The_misterious
     
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    hum a qunado il prox chap?
     
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  14. Gillian'90
     
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    Signore arrivo aspettate alcuni secondi che finisco.........
     
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  15. Gillian'90
     
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    Ed Ecco il secondo capitolo...spero che non vi faccia totalmente schifo!
    Rubis: uhm?...questo è un segreto ma non te preocupe! Tu sei buona... se stai attenta a questo cap forse capirai in che modo... Bene ora il secondo Cap e scusate il ritardo...me stata crudele qui...e confusionaria Pardon!



    2- Presentazioni

    “Avada Kedavra!” urlò una voce irata e piena di rabbia irrefrenabile contro un povero uomo incapace di far nulla se non aprire la bocca in una smorfia di terrore e accasciarsi morto al suolo con quell’espressione idiota in volto “Questo è per aver fallito la semplice missione che vi avevo affidato! E questo per esservi fatti battere da un gruppo di sole sei persone! Crucio!” urlò ancora la voce sempre più iraconda, un altro uomo si accasciava a terra in preda a spasmi di dolore cocente che lo stavano portando alla pazzia, non riuscì neanche ad urlare per quanto male facesse la maledizione lanciata dal suo signore oscuro. Voldemort lo guardò compiaciuto della punizione prima di tornare a sedersi sul trono di freddo marmo nero posizionato al centro della sala. Il signore oscuro aspettò paziente che i muti lamenti finissero e si potesse continuare a parlare. Il mangiamorte accasciato al pavimento non reprimete delle lacrime amare, quella volta il suo signore era stato decisamente magnanimo nei suoi confronti, poteva essere morto come il suo vecchio compagno se non fosse stato abbastanza furbo da cominciare il discorso con una cosa che sarebbe interessata al suo padrone.
    “Allora prima che quell’idiota di Bridel interrompesse il nostro discorso con le sue stupide suppliche stavi dicendo che il ragazzino è stato aiutato? Da chi di grazia?!” chiese Voldemort con fare quasi annoiato alzando il sopraciglio destro e gli occhi rossi fiammeggianti di rabbia puntati sull’uomo inginocchiato qualche metro davanti a lui. Il mangiamorte riprese titubante quello che stava dicendo prima della punizione, tenendo una mano sulle costole per quanto gli facesse male. “Mio signore non so chi…chi…fossero, sono comparsi all’improvviso senza che potessimo accorgercene. Hanno cominciato fin da subito a lanciare incantesimi difensivi contro di noi, incantesimi potenti mio signore, conoscenza auror…ma….” Si fermò impaurito all’idea della reazione del suo padrone
    “Ma? Prosegui Lidior. Non ho tutto tempo da sprecare per parlare con te” gli ordinò sempre più irritato Voldemort, Lidior fece un piccolo inchino di sottomissione prima di riprendere parole, ben sapendo che quello che avrebbe detto poteva essere l’ultima cosa che faceva da vivo “Mio…mio signore…erano…erano degli adolescenti…dei ragazzini!…c-c-che…combattevano al livello di auror…” ammise alla fine il pover uomo alla soglia del terrore più puro. Voldemort immagazzinò la rivelazione restando in silenzio, un silenzio angustiante per il mangiamorte preparato a qualunque possibile reazione. Voldemort rise.
    Una risata beffarda e piena di gelo che fece rabbrividire Lidior come una foglia. Quando il suo padrone rideva in quel modo dovevi fare solo una cosa: allontanarti più in fretta possibile dalla sua bacchetta.
    Il signore oscuro alzò gli occhi sanguinei sull’uomo senza parlare ancora, perforandolo lentamente con lo sguardo “Ragazzini?!” urlò gelido “Mi stai dicendo che non solo avete fallito la missione ma che vi siete fatti battere da dei RAGAZZINI?! MI STAI PRENDENDO IN GIRO?!” Voldemort alzò la bacchetta e con un colpo secco e rapido lo puntò veloce verso il mangiamorte che cominciò a tremare preso da un dolore incontrollabile che si espandeva lacerante per tutto il suo corpo al limite. In quel momento desiderava solo la morte.
    Dalla bacchetta scaturì un filo di brillante luce argentea che entrava violento negli occhi del mangiamorte che urlava “ARGHH!!!!!!! MIO singnore!! No! Vi prego!!! Argh!!!!!!!!” Voldemort non lo ascoltava assorto nel prelevare della sostanza trasparente dalla mente dell’uomo accasciato a terra che urlava come un indemoniato. Dopo aver preso ciò che desiderava mettendolo dentro a un pensatoio fatto comparire sul momento, Voldemort si avvicinò a Lidior strattonandolo per i capelli, l’uomo alzò lo sguardo su di lui non vedendo però nulla, era diventato ceco.
    “Per aver mancato una missione la tua condanna sarà un bel bacio da parte dei nostri amici Dissennatori.” Gli disse gelido lasciandolo andare violentemente. Lidior non aveva la forza di urlare, ormai era condannato al bacio, per lui non c’era speranza. Lacrime di disperazione presero a sgorgare da suoi occhi completamente bianchi, senza più pupille o iridi. Voldemort lo ignorò completamente, fece solo un gesto con la mano facendolo scomparire nel nulla, diretto verso le segrete dei dissenatori. Mentre dal pensatoio tirò fuori il ricordo rubato poco prima al suo stupido servitore.
    Ciò che vide non gli piacque per nulla.
    Con la morte di quella spina nel fianco di Silente aveva sperato di giungere presto alla sconfitta di quel ragazzino ma così non era stato. La protezione magica del sangue di sua madre funzionava ancora, poi lo proteggeva anche l’ordine della fenice e da quello che vedeva un nuovo gruppo di aiutanti era comparso per dargli fastidio. Fece scorrere il ricordo davanti a se finché non si soffermò su due occhi che lo guardavano gelidi. Voldemort li scrutò cercando di ricordare dove li avesse già visti.
    Ci mise pochi secondi prima di capire chi avesse davanti, una scoperta molto sorpresa e fastidiosa che lo rese maggiormente di cattivo umore “Chiamatemi Severus!! ORA!” ordinò urlando a dei elfi domestici che scomparirono subito in una nuvola di fumo inchinandosi all’ordine ricevuto. Voldemort attese solo un minuto prima che Piton entrasse nella sala.
    L’ex-professore di pozioni inchinò il capo con reverenza prima di parlare servizievole “Mi avevate chiamato mio signore?!” Voldemort lo guardò serio, gli occhi sempre più scuri di rosso sangue “Avvicinati Severus e dimmi cosa vedi” Piton si avvicinò perplesso al pensatoio, ritrovandosi a guardare la stessa cosa che aveva stupito il suo padrone pochi minuti prima. Aprì la bocca per parlare ma non ne uscì nulla.
    “Allora dimmi, tu sai di chi sono questi occhi vero?!” gli chiese perentorio Voldemort che cominciò a camminare in circolo al centro della sala facendo fluttuare come un’ombra il suo lungo mantello nero, pensieroso e arrabbiato allo stesso tempo. Le labbra strette in una smorfia concentrata.
    “Signore io credevo che fosse morta…” cominciò con voce scusante Piton che non sapeva ancora cosa dire
    “Certo che è morta idiota! Lo uccisa IO! Non si ritorna in vita anche se sei uno di loro!” urlò sempre più spazientito. Capitava di rado che Voldemort fosse così arrabbiato, soprattutto ora che Silente era morto. Ma quegli occhi risvegliavano in lui un brutto ricordo. Dopo qualche minuto si risedette sul suo trono incrociando le mani sul grembo. Piton parlò “Allora questa deve essere sua figlia…ma…n-non doveva essere morta anche lei…si è salvata dal vostro piano?…” la voce titubante
    “Certo che si è salvata! LEI è proprio lì! Viva e vegeta pronta ad ostacolare i miei piani, come avevano fatto sua madre, suo padre e il suo appena defunto nonno!”
    “Silente non ne ha mai parlato con me” commentò Piton,
    Voldemort sorrise “Sicuramente non si fidava del tutto di te, il vecchio deve aver pensato che potevo finire un giorno per distruggere le tue barriere mentali e poter vedere che sua nipote era viva e che da quello che ho visto stava intraprendendo la strada dei genitori…” spiegò picato il suo padrone, le sue dita appoggiate sulla fronte come se avesse mal di testa “Tu non sai vero la storia dei genitori della ragazzina?” Piton scosse la testa in assenso “Devi sapere che entrambi erano davvero speciali, dei fenomeni della magia ma cosa vuoi aspettarti dal figlio di Albus Silente e dall’erede della famiglia purosangue per eccellenza. Il loro fu uno dei matrimoni più eclatanti della storia della società magica anche se per rispetto della loro memoria nessuno ne parla mai. All’inizio cercai di portarli dalla mia parte ma capì fin da subito che quelli come loro non sarebbero mai riusciti a comprendere l’importanza di ciò che volevo creare. Entrambi erano troppo legati a ciò che le rispettive famiglie avevano insegnato. Per questo gli uccisi.” Voldemort fece ingrandire l’immagine evanescente del ricordo, gli occhi rosso fuoco si immersero pensierosi nello sguardo che tanto gli dava fastidio, ricordandogli una persona altrettanto fastidiosa “Ha gli stessi occhi di sua madre…ma quello sguardo…quello sguardo appartiene ai Silente.” Disse a più a se stesso che a Piton. Con uno schiocco di dita fece sparire il ricordo nel nulla, il volto corrugato in un’espressione sempre più infastidita. Il fatto che quella ragazzina fosse ancora viva significava soltanto una cosa: i suoi fastidi ora non si sarebbero solo limitati al piccolo Potter.
    Piton aspettava in silenzio che il suo padrone parlasse, preoccupato per la reazione che avrebbe potuto avere, non era sicuro che la notizia dell’improvvisa ricomparsa di quella ragazzina potesse essere una cosa positiva per l’umore del suo signore. Voldemort dopo alcuni minuti passati a riflettere sorrise diabolico, gli occhi che risplendevano della luce di chi aveva appena avuto una illuminazione improvvisa “Severus la fortuna negli ultimi tempi gira proprio dalla mia parte” Piton corrugò la fronte perplesso…il suo padrone sembrava stranamente felice.

    Lupin si addormentò immediatamente dopo aver bevuto una pozione sonnifera datagli da Elise. Gli aveva detto che serviva qualche ora di sonno interrotto per permettere alle sue medicazioni di poter avere effetto. Intanto Elise si era messa a fasciare con delle garze la mano ferita di Tonks, che dopo aver visto il suo Remus addormentarsi si era calmata smettendola di saltellare per la stanza come un canguro impazzito. Gillian osservò l’uomo chiudere gli occhi prima di sospirare stanca “Dovresti riposare un po’ anche tu” Le consigliò rimproverante Elise finendo con un nodo la fasciatura a Tonks. Gillian scosse la testa, portandosi una mano alla fronte “Non abbiamo tempo per riposarci, ci sono molte cose da risolvere col ministero e poi tantissime spiegazioni che dobbiamo dare e…e…ah…” non poté finire presa da un leggero mancamento. Gillian si accasciò a terra molto pallida in volto, una mano alla bocca, gli occhi sbarrati e il respiro mozzato. Harry si mosse subito verso di lei per aiutarla in qualche modo ma venne fermato dalla voce di Eva che lo trattene con un braccio “No! Non toccarla Harry! non tu!” il ragazzo si immobilizzò guardando perplesso la ragazza che lo aveva fermato. Eva gli rimandò uno sguardo risoluto e molto serio che non ammetteva repliche. Harry si fermò permettendo ad Eva di far scendere la mano che lo fermava. Perché non doveva toccarla proprio lui?! Si chiese curioso ed irritato allo stesso tempo Harry mentre Sherazad si avvicinava a Gillian facendola sdraiare a terra, Elise che la raggiungeva chinandosi dall’altra parte.
    “Ma cos’ha?” chiese Hermione non capendo come quei ragazzi potessero rimanere così calmi e lucidi mentre una loro amica sembrava avere un attacco epilettico. Nessuno le rispose.
    Sherazad intrecciò le dita della sua mano destra con quelle sinistra di Gillian sempre più pallida e con il respiro cedevole e affaticato. Il verde chiaro si intrecciò con il viola in un legame intricato di significati nascosti, Sherazad strinse più forte la sua mano come se la tenesse stretta per trattenerla dalla possibilità di andare da qualche parte “Elise! E’ in fase onirica! E’ troppo agitata! Lei non fa mai così! ” disse la ragazza spostando frenetica il suo sguardo da Gillian a Elise che stringeva il labbro inferiore cercando di capire la situazione in modo veloce e lucido.
    “Lo so diamine! Deve essere per colpa del fatto che si è appena ripresa, la stanchezza degli ultimi tempi la resa vulnerabile!” rispose di rimando la ragazza che alzò lo sguardo verso Gideon lì vicino “Prendimi il pendente di Mithos dentro il mio mantello tra poco non ci sarà più contatto! E nelle sue condizioni potrebbe avere problemi a uscirne!” gli ordinò molto professionalmente lei intanto che con la bacchetta puntata al cuore di Gillian mormorava qualcosa facendo illuminare di bianco il legno. Il ragazzo esegui immediatamente mentre Harry spostava lo sguardo sempre confuso da Gillian che tremava colpita da spasmi a tutti quei ragazzi dall’espressioni preoccupate ma molto contenute. Erano decisamente troppo controllati. Gillian cominciò a tremare più forte, le iridi aperte come non mai, fissi su qualcosa di invisibile davanti a lei. Elise prese veloce dalle mani di Gideon un pendente di cristallo bianco che allacciò subito al collo dell’amica, la ragazza aveva iniziato a boccheggiare cercando di respirare, non ci riusciva. Gillian sembrava in un altro mondo.
    La ragazza tremò violentemente un’ultima volta prima di spegnere qualunque rumore e accasciandosi a terra immobile subito dopo. Il silenzio ricoprì la stanza.
    Hermione si portò le mani alla bocca sconvolta “M-m-a è…è morta?! Non si muove!” esclamò sorpresa, Harry strinse impercettibilmente la mano alla amica come a rassicurare se stesso. Come mai quei ragazzi non si agitavano più?! Sembravano aspettare qualcosa…ma cosa?! La pietra bianca emise una fosforescenza violacea subito dopo Gillian si alzò di scatto, gli occhi sbarrati riprendendo a respirare, la fronte imperlata di sudore e il volto esausto “…quanto…anf… tempo…anf… s-sono…anf…rimasta?” chiese lei rivolta ad Elise mentre teneva una mano sul cuore ispirando calma dell’aria “Solo qualche secondo” rispose Elise emettendo un respiro di sollievo. Gillian rimase ferma spostando gli occhi bassi da una parte all’altra concentrata a riprendersi. Il suo sguardo incrociò quello di Harry, sempre confuso.
    Rimasero a fissarsi per alcuni secondi prima che Harry abbassasse lo sguardo imbarazzato. Quegli occhi non riusciva a sostenerli, gli ricordavano troppo Silente: la stessa espressione di quando sembrava che potesse guardare nella sua anima, scoprendo qualcosa di segreto che non si doveva rivelare. Harry abbassò il volto a terra, si sentiva in colpa. Anche se tutti non lo dicevano apertamente sapeva che nel profondo ogni persona del mondo magico dava la colpa a lui della morte di Albus Silente.
    Se quel giorno fosse stato più preparato e forte forse ora quella ragazza avrebbe ancora suo nonno, se non fosse stato come al solito un avventato forse Howgarts avrebbe ancora il suo preside e non rischierebbe di chiudere, se non fosse nato quell’uomo stupendo sarebbe ancora vivo. Harry si era sentito veramente responsabile, ne era certo e ora scoprire che Silente aveva una nipote a cui di certo voleva un bene dell’anima era una sorpresa davvero inaspettata e piena di angoscia. Sentiva di dover chiedere scusa alla ragazza, forse anche lei pensava che lui era colpevole. Gillian chiuse gli occhi stremata, Sherazad vicino a lei sempre con la mano intrecciata “Come va ora?” domandò piano lei, Gill sorrise lievemente “Va tutto bene sono solo stanca…anf…puoi lasciarmi la mano…anf…non c’è pericolo Sher…” rispose ancora affaticata, la ragazza lasciò la mano dell’amica rassicurata.
    “Io l’avevo detto che questo posto non mi piaceva” commentò Danny, che per la tensione aveva stretto le braciole della poltrona su cui era seduto, Lisa da lontano lo folgorava con lo sguardo un po’ irritata per quello che aveva appena detto e un po’ rassicurata per come stesse l’amica. Eva emise un sospiro sollevato sedendosi poi sul davanzale di una finestra e incrociando le mani sul petto, sembrava uno di quei guardiani di pietra alle porte dei grandi manieri che dopo aver fatto il suo dovere ritornava calmo alla sua posizione. Era quella che si era agitata meno, il suo autocontrollo era stato impeccabile.
    Harry decise di parlare, voleva sapere la verità e capire perché di un attacco simile di convulsioni. Forse era malata di qualcosa…
    Prima di poter dire nulla venne preceduto dalla mano di Gillian che si sollevo verso di lui, lei scosse la testa come a dirgli di stare fermo lì “Non ti avvicinare a me” cominciò lei, Harry si sentì un pochino offeso, ma cosa aveva la lebbra per caso?! Ma perché non poteva avvicinarsi. Gillian colse il suo sguardo offeso e sorrise rassicurante “Harry, non preoccuparti non c’è lo con te ma se ti avvicini troppo potrei avere dei problemi…non ho abbastanza forza ora per reggere una eventuale ricaduta…dopo forse potrai avvicinarti” Harry non gradì molto la spiegazione, Gillian assomigliava al nonno anche in quello che diceva, lo trattava da bambino. Gillian riprese a parlare vedendo Harry non molto convinto delle sue parole “Tutto a tempo debito Harry, ti darò tutte le spiegazioni che desideri quando ritorneranno Minerva e Moody. Vorrei che ci fossero anche loro, sarà più semplice se ci sarà qualcuno che conosce entrambi. Ci sarebbe anche il signor Remus ma come vedi al momento sta dormendo.” La ragazza si rialzò un po’ barcollando. Venne sostenuta da Elise sempre preoccupata “Ma vuoi per favore stare ferma!” le ordinò perentoria la guaritrice. Gillian non le dette retta “Ma se intanto ti accontenti dei nostri nomi sarebbe una cosa meravigliosa” finì finalmente emettendo un respiro forzato rischiando di cadere indietro. Gideon la prese al volo facendola sedere sulla poltrona su cui prima c’era Danny “ora ti siedi qui e non ti nuovi!” ordinò questa volta il ragazzo. Gillian lo guardò negli occhi per un attimo prima di annuire arresa, Elise incrociò le mani al petto “Ma bene! Perché a lui dai a retta mentre a me che sono una apprendista guaritrice non ne dai affatto?!” esclamò puntando gli occhi dorati su di lei in modo inquisitore. I ragazzi ridacchiarono divertiti, Elise sbuffò stringendo gli occhi fintamente offesa prima di ridacchiare anch’essa.
    “Posso chiederti una cosa almeno?” provo a dire Harry con circospezione, Gillian lo guardò annuendo “Lo so che vuoi sapere che cosa mi è appena accaduto ma per il momento è meglio che non te lo spieghi. Ma ti assicuro che non accade spesso che faccia così, succede solo se sono davvero stanca e negli ultimi tempi lo sono stata.” L’anticipo la ragazza. Harry accettò la risposta tanto aveva capito che quella ragazza dava le spiegazioni solo quando riteneva che il momento fosse giusto, come Silente.
    “Allora possiamo sapere chi siete?” domandò questa volta Hermione che dopo aver capito che quella ragazza non era morta si sentiva più tranquilla, anche se la insospettivano tutti quei segreti “Voglio dire come dobbiamo chiamarvi?” aggiunse di nuovo vedendo le facce un po’ riservate dei sette ragazzi. La prima a sciogliere il silenzio creato fu Eva che si alzò dal davanzale su cui era seduta offrendo di stringere la mano sia a Hermione sia ad Harry che ricambiarono educati.
    “Io Sono Eva Xilien Livine, piacere” si presentò gentile “Non c’è bisogno che tu ti presenti, chi non riconoscerebbe Harry James Potter?” aggiunse velocemente, Harry si rabbui un pochino senza a darlo a vedere. Odiava quando le persone dicevano ‘ chi non conosce Harry Potter’. Alcune volte si era ritrovato a pensare di urlare che nessuno lo conosceva veramente, tranne poche persone tra cui Hermione, ma si era sempre trattenuto dal farlo. Hermione si presentò a sua volta “Io invece sono Hermione Granger il piacere è mio” disse fermandosi a guardare curiosa i suoi capelli lunghi e leggermente ondulati fino alla vita, legati in una comoda coda, di un bizzarro colore verde acqua. Le ricordavano le acque cristalline dei mari del sud, un po’ come le sirene che aveva visto nelle fotografie di un libro letto qualche anno prima sulle ultime tribù esistenti. Anche gli occhi erano bizzarri, molto belli con quel grigio splendente ma stranamente acquosi, non come la Umbrige di certo, ma erano freddi come le profonde acque gelide del mare del nord. Aveva un viso molto etereo che emanava qualcosa di non umano. Anche Harry osservandola aveva avuto quella sensazione, come se davanti a sé avesse un creatura enigmatica e misteriosa. La sua voce era vibrante come le onde degli oceani. Eva sorrise vedendo dove gli occhi dei due erano puntati “Se vi state chiedendo se questi sono naturali?” indicò una ciocca dei suoi capelli “Sì, lo sono. Nata e cresciuta fino adesso con questo colore” ammise allegra.
    “Assomigliano a quelli delle sirenidi…per caso tu sei discendente di una di loro?” chiese perspicace Hermione volendo confermare la sua supposizione. Eva annuì “Di solito credono che me li sia colorati, pochi capiscono come te che io discendo da una sirena…” confermò sorridendo un pochino imbarazzata lei. Harry strabuzzò gli occhi, discendente di una sirena?! Ora capiva perché associava molti suoi aspetti all’acqua del mare.
    “Per essere precisi la mia nonna materna Zerias era una sirena del clan Finners, una delle poche tribù di serenidi rimaste nei mari nordici della Scandinavia.” Spiegò dettagliatamente lei sorridendo orgogliosa delle sue origini. Harry e Hermione pensarono che era molto cordiale e simpatica, non ricordava affatto quelle sirene e i tritoni che il ragazzo aveva dovuto affrontare tre anni prima alla seconda prova del torneo Tremaghi. Il secondo a presentarsi fu Danny “Io mi sono già presentato ma non fa male ripetere il proprio nome quando ci si conosce, Daniel Kion Fan( NdA gli ho cambiato il cognome per mie esigenze^-^) qui per servirvi signorina Granger” disse furbetto il ragazzo appoggiando un bacio sulla mano di Hermione che ne fu lusingata, arrossendo lievemente. Harry fece una smorfia impercettibile a quel gesto, gli ricordava troppo Krum e la sua maledetta cavalleria. Ora che si ricordava l’anno scorso Hermione aveva rivelato che a quattordici anni si era baciata con quel energumeno di un bradipo e proprio ora che se lo ricordava nasceva in lui una strana sensazione insofferente. Che strano eppure quando l’anno scorso la detto non si era sentito così! Hermione lo osservò notando che gli splendidi occhi di un Blu tempesta forte con delle striature cremisi erano leggermente a mandorla, i tratti del volto orientaleggianti che mettevano in evidenza la sua origine meticcia. I capelli tagliati corti di un marrone-ramato contornavano la sua faccia dandogli un’aura di intelligenza nascosta. Questa volta fu Harry a fargli una domanda, la stessa che Hermione stava per rivolgergli “Scusa l’impertinenza ma sei per caso di origine orientale?” disse trovandosi a faccia a faccia con lui, erano alti uguale. Danny corrugò la fronte facendo una faccia offesa “Mi stai forse dando della faccia gialla?!” disse tutto d’un fiato con un tono scioccato, Harry rimase spiazzato: non voleva mica offenderlo!
    “Ma come ti permetti sarai anche il signor Harry Potter ma non ti do il permesso di offendermi! Ora pagherai quest’onta con la tua vita, impugna la bacchetta!” disse molto serio prima di sorridere sardonico e abbandonarsi ad una risata sviscerale “AHAHAHA! Scusa…ahah…scusa….s-stavo s-s-scherazando…aha! Ah! Non mi sono per niente offeso non preoccuparti!! Ahaha!!!!! Dovevi vedere la tua faccia…ahahah!!” Harry si tranquillizzò irritandosi soltanto un pochino “Comunque sì, ho origini orientali. Mio padre è un babbano cinese, ha sposato mia madre che è una strega inglese, si chiama Ryuan Fan”
    “Ryuan Fan? Uhm…mi pare di averlo sentito da qualche parte” rimuginò Hermione prima di ricordarsi dove l’aveva letto nominare, batté le mani vittoriosa “Non è il nome dell’ambasciatore cinese delle nazioni unite…il candidato al posto dell’attuale segretario dell’Onu?” chiese sempre molto sicura. Danny si sorprese di scoprire che quella ragazza sapesse di suo padre “Sì è proprio lui!”
    “Onu? Segretario?” chiese perplessa Eva che per quanto Danny gli spiegasse non ci aveva mai capito nulla se non il fatto che fosse una sorta di politico, ma neanche di questo era molto chiara. Danny fece un gesto stizzito come a dirle che era inutile che chiedesse tanto non ci avrebbe capito nulla lo stesso. Una figlia di una sirena, questo invece un figlio di un importante politico babbano…decisamente non erano persone comuni. Elise si avvicinò al braccio di Harry avvicinandolo bruscamente ai suoi occhi dorati, molto indagatori al momento. La ragazza strinse la parte di pelle dove c’era un taglio, Harry si morse le labbra per l’improvviso bruciore provocato “Ma che?...” iniziò lui alzando un sopraciglio. Quei ragazzi erano tutti troppo strani! Elise scosse la testa per niente contenta “Scusa una cosa quando ti ho detto di bere la pozione che ti ho dato perché non l’hai fatto!” esclamò lei stringendo le labbra strettamente. Harry sbatté le palpebre “Come?”
    “La pozione che ti ho dato! potresti berla…anche se le ferite sono marginali devi curarle, è la prima regola che un guaritore deve far rispettare!” ribadì lei con le mani incrociate sul petto.
    “Harry ti consiglio di eseguire il suo ordine se non vuoi che ti tormenti per il resto dell’eternità!” gli consiglio beffardo Danny intento ad asciugarsi le lacrime agli occhi per il troppo ridere. Hermione si intromise “Harry perché non hai preso quella pozione?!” disse puntando uno sguardo contrariato come quello di Elise a lui, Harry si voltò verso di lei sbattendo nuovamente le palpebre “Ma Hermione sono solo delle piccole ferite, cosa vuoi che siano?” non capiva perché se la prendessero così tanto! Si stava stancando di essere trattato come un invalido! Hermione strinse le labbra imbronciandosi pericolosamente “Saranno anche piccole ferite ma dovranno essere curate o no?! Forza fai quello che ti ha detto questa ragazza!” gli ordinò molto seria. Harry e Hermione si fissarono negli occhi mandandosi a vicenda lampi, combattendo a suon di sguardi una battaglia non verbale in cui i due stavano cercando di avere la meglio. Il luminoso verde smeraldo si intrecciò con il profondo nocciola fino a perdersi a vicenda prima che la questione venisse vinta da Hermione. Harry sbuffò, anche se di malavoglia doveva accettare il fatto che quello che gli chiedevano era piuttosto logico. Si portò una mano dietro la nuca dandosi una grattatina arreso “Quando ti ci metti sei proprio insistente lo sia Hermione?!”
    “Certo che lo so, ma se è per il tuo bene preferisco essere insistente” ribatté lei ora molto più tranquilla. Anche se Harry non avesse mai capito lei avrebbe fatto in modo di convincerlo a fare le scelte giuste…solo per non vederlo stare male, solo per vederlo felice.
    Elise prese una nuova boccetta dal suo mantello dandolo ad Harry che riluttante bevve la pozione esibendo una smorfia subito dopo “Ora ve meglio” chiese lui subito dopo, Elise sorrise soddisfatta “Certo e come avevo previsto stai meglio pure tu!” rispose indicando con lo sguardo le sue braccia tornate perfettamente lisce e senza nessuna traccia di ferite. Danny sempre bonario mise una mano sulla spalla del moro sussurrando “Allora sei anche tu uno di quelli che ubbidiscono senza opposizioni alla propria ragazza?” indicando con la testa allusivo dalla parte di Hermione. Harry rimase scioccato più di chi si stava riferendo piuttosto di cosa stava parlando “M-ma l-lei non è la mia ragazza!” si ritrovò a balbettare. Come poteva pensare che Hermione fosse la SUA ragazza?! Come era giunto ad una conclusione simile?! Danny si ritrovò sorpreso anch’egli “ah davvero?” non era molto fiducioso. Harry annuì vigorosamente, un po’ imbarazzato. Danny esibì un’espressione perplessa “Se è così dimentica quello che ti ho detto…sai credevo proprio che voi…ma se non è così allora…però a me era sembrato…ma lascia perdere…sei sicuro?... scusa…ehm…ho avuto le allucinazioni…anche se…mi pareva proprio…comunque…ok la smetto di blaterale!” concluse incespicando le frasi il ragazzo scuotendo la testa e dandosi mentalmente dello stupido anche se prima ne era veramente sicuro. Harry voltò lo sguardo verso Hermione ignara di ciò che i due si erano detti in quel momento. Il ragazzo si sentì arrossire un pochino…chissà perché tutti quelli che li osservavano traevano sempre la conclusione che stessero insieme, prima o poi avrebbe dovuto capirne il motivo. Elise si avvicinò stringendo la mano ad Hermione “Io invece mi chiamo Elise Melinda Patronus”
    “Patronus? Come…”
    “Come l’incanto patronus? Lo so, me lo chiedono sempre” concluse lei per Hermione “Anche io ho la mia piccola storia di famiglia…uno dei miei antenati fu Robinson Patronus, il creatore dell’incantesimo che nel 1600 la inventò durante un attacco ricevuto da dei dissennatori mentre portava soccorso ad un gruppo di Auror del ministero. Da quel momento l’incantesimo venne chiamato con il cognome della nostra famiglia.” Spiegò lei, Hermione ne fu stupito come anche Harry “Ma non dovete dare importanza al mio cognome esso non definisce mai ciò che sono in realtà…è un soltanto un modo di esistere non di essere.” Elise era alta e atletica con un viso molto gioviale, un naso alla dritto e gli occhi di un particolare colore dorato-ambrato che trasmettevano sincerità e molta cordialità. I capelli scuri mossi tenuti in modo disordinato “Sono una guaritrice se non si è capito” aggiunse lei sorridente.
    “Così giovane?” chiese con sospetto Hermione
    “Ehm…” si ritrovò a dire Elise presa contropiede
    “Come fai ad esserlo?” continuò lei incurante
    “Non c’è bisogno di fare nessun interrogatorio signorina Granger” arrivò Sherazad in aiuto della compagna che la guardò grata “Mi sembra che il momento delle spiegazioni arriverà, fino ad allora abbia fiducia in noi…siamo persone fidate se no, non sapremmo di questo luogo visto che solo di chi si fidava Silente ne conosceva l’ubicazione…” concluse la ragazza.
    Harry si voltò verso la voce ammettendo che aveva ragione, Hermione la smise con le domande guardandola attentamente: era seduta con le gambe incrociate su una sedia, una lunga treccia di capelli scuri che scendeva elegante sulla spalla, tratti egiziani ma il naso alla francese e due occhi verdi così chiari che sembravano di cristallo.
    “Comunque sia” riprese Sherazad “Io sono Sherazad Miriel Chriol e prima di qualunque domanda sono di origine Franco-Egiziana…mio padre appartiene ad un antica famiglia francese mentre mia madre si chiama Adina Mushacrir ed è il vice-ministro della magia dell’Egitto. Questo è tutto ciò che ho da dirvi accontatevi” spiegò rapida e concisa con una tale serietà da mettere un pochino in soggezione i due ragazzi. Gli amici di Sherazad risero alle facce di Harry ed Hermione. “Non preoccupatevi anche se non sembra Sher è solo un pochino timida con le persone che non conosce” cercò di rassicurarli Lisa “Il mio nome lo sapete già, Lisa…Lisa Elionor Skeetering, inglese, l’ultima discendente di un antica casata e…i miei occhi arancione sono veri e autentici, risultato dell’unione tra un essere umano e una ninfa acquatica…” si presento veloce anche lei dando subito la parola agli ultimi due “Tocca a voi!” disse rivolta a Gideon e Gillian. La ragazza pregò con gli occhi il ragazzo di cominciare. Lui sorrise a lei molto dolce annuendo. Il ragazzo era molto bello, capelli biondi lisci fino alle spalle, alto quanto Harry, il viso angelico e nobile con gli occhi di un azzurro striato di grigio “Mi chiamo Gideon Lionel Weir…niente di particolare se non che la mia ava Melinda Flabel fu la fondatrice dell?ordine degli Auror” disse semplice. Gillian strinse la mano di Gideon come a cercare una forza sconosciuta…inspirò profondamente “Come avrete già capito mio nonno era Albus Silente” cominciò lei alzandosi a fatica ancora stremata da prima, Gideon la sorresse fino a che la ragazza non poté guardare Harry da vicino. Il viola ametista scrutò il verde profondo “Mio nonno mi parlava spesso di te e per questo mi sembra di conoscerti come un fratello…” mise una mano sulla guancia di Harry accarezzandola come una sorella a un fratello ritrovato “Io sono Gillian Asgart Marine Rose Silente e…sono felice di incontrarti!” E subito dopo un pochino titubante l’abbraccio, Harry si irrigidì preso alla sprovvista del gesto. Gli sembrava di sentire di essere vicino al suo vecchio preside, la stessa sensazione di protezione. Gillian ritornò a terra subito sorridendo teneramente, sospirando ancora per la fatica “Noi tutti siamo qui soltanto per te…noi siamo i tuoi angeli custodi…noi siamo Harmony”


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