La luce del mio destino

SPOILER DEL SESTO LIBRO! H&Hr ship per tutte le bestiole!&

« Older   Newer »
 
  Share  
.
  1. Gillian'90
     
    .

    User deleted


    Questa è la mia prima fanfic ed è decisamente uno spoiler del sesto libro con varie rivelazioni su di esso che saranno sparsi per i capitoli(per molti capitoli biggrin.gif ) allora che si può dire se non augurarvi di avere piacere nel leggere le mie pazzie! sleep.gif NC17 shifty.gif cool.gif e poi sarò molto sadica ve l'assicuro....sadice e fredda, molto cattiva shifty.gif vedrete!! A tutte le bestiole: Guradate e vedrete cosa vi combino!

    sperando che non vi faccia schifo sick.gif Leggete!! la mia prima fanfic

    Il destino fa brutti scherzi, gioca con le nostre vite come una burattinaio partilarmente sadico e beffardo, si diverte alle nostre spalle ma alla fine il destino non è che una forza che si muove e muta a seconda di ciò che noi stessi facciamo nel tempo che ci è concesso...i veri burattinai siamo alla fine soltanto noi stessi, solo noi possiamo modificare la nostra strada...con l'aiuto di qualcuno di speciale certo e forse con degli angeli custodi.....
    Signore: LA LUCE DEL MIO DESTINO!!


    Prologo

    Erano le due di un pomeriggio di fine Luglio.
    Una figura incappucciata da un mantello bianco camminava silenziosa tra le lapidi e le tombe di un cimitero. Pioveva dirotto da ore e ore, senza interruzioni, sembrava che il tempo degli ultimi giorni cercasse di rispecchiare chiaramente la situazione tragica che il mondo magico stava vivendo. Nessuno aveva tanta voglia di essere felice negli ultimi tempi, la tranquillità e la vita normale di ogni giorno venivano sostituite dalla paura e dal terrore, era come essere tornati a sedici anni prima, al tempo della prima guerra. I fatti di quella volta si ripetevano con l’unica differenza che la speranza era diventata ancora più fievole e piccola. Una parte importante di quella speranza era morta qualche settima prima: Albus Silente era morto. Ucciso in un attacco fatto contro Hogwarts, assassinato da una uomo che credeva amico ma che poi si era rivelato un dannatissimo traditore.
    Il mondo magico era rimasto basito e incredulo ad una simile notizia. Per qualcuno moriva soltanto uno dei maghi più potenti mai esistiti, l’unico di colui-che-non-doveva-essere-nominato avesse mai avuto paura, il preside di una scuola, il simbolo di un era.
    Per altri moriva un uomo, un amico, un maestro di vita, un mentore, una persona cara.
    Per una ragazzo invece moriva una parte della propria famiglia, l’unico che l’abbia sempre aiutato, un padre per chi come lui non ne aveva mai avuto uno. Il giorno dei funerali quello stesso ragazzo diceva addio a una parte importante della sua adolescenza.
    Ora Harry Potter avrebbe dovuto affrontare la guerra da solo e senza guida, in quel giorno di giugno Harry cominciava a camminare con le sue sole forze.
    Quel giorno invece un’altra persona aveva compreso che era arrivato il momento di entrare in scena e di terminare il lavoro che Silente non aveva completato, doveva finire di mantenere una promessa fatta ad una donna cara ad entrambi.
    La figura incappucciata si avvicinò ad una bianca tomba di marmo e vi si inginocchiò davanti. La figura sentiva una dolorosa sensazione che partiva dal cuore fino alla più piccola parte del suo corpo. Le dita le tremavano ma non era per il freddo provocato dalla pioggia ma per gelo che ricopriva il suo cuore. La ragazza appoggiò una mano tremante sulla superficie incisa della lapide commemorativa. Con le dita bagnate ricalcò i contorni delle lettere del nome del defunto, sospirando pesantemente ad ogni segno. Due profondi e misteriosi occhi viola ametista fissarono tristi il nome di Albus Silente. La bocca della ragazza sorrise amaramente mentre con voce bassa sussurrava “Alla fine sei morto, Albus” chiuse gli occhi con rassegnazione. Dalla tasca dei suoi pantaloni tirò fuori un orologio dorato da tasca “Fanny mi è venuta a cercare portandomi questa come messaggio. Quando lo vista piangere, quando ho visto questo orologio così caro a te, io ho capito che quelle insistenti voci sulla tua morte erano purtroppo vere.” La ragazza si avvicinò di più alla lapide “Avevo la sensazione che ti sarebbe successo qualcosa ma non ho avuto nessuna visione. Forse non dovevo salvarti ma perché pur conoscendo le regole che esistono mi sento in colpa come non mai nella vita?! Avrei potuto fare di più! Perché non me l’hai permesso Albus, perché?!!” urlò come in preda al dolore, come se fosse stata colpita da un pugnale, cosa che si avvicinava come effetto a quello che sentiva sul momento. Cacciò grida disumane e senza parole rivolte verso il cielo scuro di pioggia per qualche secondo prima di tornare a fissare la tomba bianca con occhi sempre più tristi e bagnati dalla pioggia “Ora che te ne sei andato mi occuperò io di lui non preoccuparti…te l’avevo promesso no? Non sarà solo, non lo sarà mai. Sarà difficile Albus, ma infondo la vita lo è sempre.” Si fermò per aprire l’orologio. Era un oggetto speciale, segnava le ore ma nascondeva una funzione più importante, non c’erano lancette ma pianeti e stelle che si muovevano danzando. Come un universo in mignatura nascosto in un metallo prezioso. Nessuno sapeva leggerlo se non poche determinate persone, come lei. Lo guardò con tristezza “Sono le tre, quindi sono passati quasi centodue anni dalla tua nascita, anno più anno meno. Di sicuro avrai già raggiunto la tua destinazione nel mondo dietro al velo. Abbracciali entrambi per me va bene?” chiuse l’orologio e lo ripose in tasca. Dei passi silenziosi la raggiunsero sotto la pioggia, dietro di lei. Una figura incappucciata con il suo stesso mantello sostava paziente di poter parlarle “Che c’è Gideon?” chiesa la ragazza senza voltarsi, mantenendo gli occhi sulla lapide. La voce gentile del suo caro amico le rispose piano “Gillian dobbiamo andare. Li abbiamo trovati”
    “Dove sono?” chiese ancora senza fare una piega al riguardo, la sua concentrazione era rivolta verso la tomba “Stanno prelevando il ragazzo dalla casa dei suoi zii, lo porteranno di sicuro al loro quartier generale.” Spiegò mantenendo la voce bassa e lo gli occhi fissi sull’amica “Capisco.” Rispose atona Gillian “Datemi due secondi e poi arrivo” Gideon fece un segno con la testa in segno da assenso, le si avvicino posando una mano sulla sua spalla “Mi dispiace Gill.” Commentò solamente prima di andarsene. Gillian restò immobile altri pochi minuti a pregare con le mani giunte in una strana lingua morta che doveva essere di augurio ad una vita nuova. Con un piccolo gesto della mano fece comparire dei fiori ai lati della lapide, erano gigli bianchi “Grazie per ciò che mi hai dato. Grazie per come mi hai voluto bene tutto questo tempo. Grazie per ciò che mia ha insegnato. Grazie di essere nato. E’ arrivato il momento di riposare Albus, riposa nella pace, te lo meriti” La ragazza si alzò da terra e diede un bacio al nome inciso di Silente “Ti voglio bene” sussurrò lievemente facendo cadere per la prima volta una lacrima solitaria che dalla sua guancia arrivò a percorrere una lunga via bagnata sul marmo freddo, scomparendo alla fine come colei che l’aveva creato, tra le gocce della pioggia.

    Gillian ritornò all’entrata del cimitero dove sei persone con il mantello bianco l’aspettavano ansiosi. Quando la videro arrivare le sorrisero tutti con dolcezza comprendendo cosa stesse provando, infondo un altro della sua famiglia era morto, uno tra i più cari. Una ragazza con gli occhiali ovali e i capelli castano scuro le si avvicinò “Va tutto bene?” iniziò con una frase di circostanza.
    Gillian che per tutto il tragitto aveva mantenuto la testa rivolta verso il basso la alzò piano e guardò negli occhi arancione scuro dell’amica, scosse la testa rassicurandola “Va tutto bene Lisa, dovevo sol dirgli addio, non avremmo molto tempo per parlare dopo” Lisa annuì. Gillian e il suo gruppo uscì silenzioso camminando qualche minuto. La ragazza voltò un’ultima volta gli occhi verso il cimitero prima di tornare lucida e fredda come sempre “Preparate le bacchette ragazzi, non sarà una cosa tranquilla” cominciò sempre molto rassicurante “Ma dobbiamo solo incontrarlo…” diceva un ragazzo dagli occhi blu tempesta leggermente perplesso. La ragazza scosse la testa “Purtroppo non sarà così, dammi retta Danny e prepara la bacchetta!”
    “Che cosa dovremmo affrontare?” chiese curiosa una ragazza piuttosto allegra alla prospettiva di un po’ di movimento “Mangiamorte, Eva” rispose tranquilla prima di smaterializzarsi silenziosa. Eva sorrise, brandendo la bacchetta, cosa che fecero anche gli altri. Poi velocemente seguirono Gillian smaterializzandosi anch’essi, senza però sorridere come l’altra ragazza. La pioggia cominciava a diminuire.

    Harry stava scendendo con il baule e gli scatoloni in cui aveva riposto le poche cose che possedesse in quella casa mentre al piano di sotto un gruppo di membri dell’ordine composto da Moody, Thonks, Kingleys, Lupin e la McGrannit l’aspettavano all’erta pronti per portarlo via per sempre da quel posto. Ormai mancavano pochi giorni al suo compleanno e con esso la fine della protezione datagli dal sangue di sua zia Petunia. Quando questo fosse successo non avrebbe avuto più senso stare in quelle casa piena di brutti ricordi di cui non aveva minimamente bisogno. Harry non riuscendo ad aspettare il giorno del suo compleanno aveva mandato un messaggio via gufo all’ordine in cui diceva che se ne sarebbe andato. I membri dell’ordine non sapevano se era la cosa più giusta da fare ma non potevano ignorare Harry proprio ora che non c’era più Silente a cui chiedere consiglio.
    Il ragazzo era pronto ad andarsene quando vide l’album delle fotografie uscire fuori dalla scatola e cominciò a sfogliarlo. Si fermò su due pagine. Da una parte la fotografia di lui e Ginny mano nella mano che sorridevano all’obbiettivo. Harry sfiorò il viso della sua ex-ragazza. Non sapeva perché ma da quando non l’aveva più vista dal giorno del funerale di Silente non sentiva quella sensazione ossessiva che aveva avuto per lei per lunghi mesi. Harry sapeva di essere stato innamorato di lei, diamine l’aveva lasciata proprio per proteggere il suo amore! Ma allora perché in quel momento non provava che affetto?! Un affetto di tipo fraterno gli sembrava che fosse. La creatura che bramava ogni istante Ginny era come scomparsa così all’improvviso e cosa ancor più stupefacente la cosa non lo turbava più di tanto. Che non fosse più innamorato di lei?! No! Impossibile, non dopo le sensazioni che aveva provato per lei in tutti quei mesi. Harry voltò lo sguardo verso l’altra pagina: sorridenti insieme Ron, Hermione e lui dopo la prova dei G.U.F.O al quinto anno. Anche per loro provava qualcosa di strano. Oramai era palese che quei due si piacessero, che Ron fosse interessato a Hermione lo aveva capito fin dal quarto anno, ma l’anno scorso aveva avuto la conferma che anche la ragazza provava qualcosa per il rosso. Per come si era comportata si capiva lontano un miglio che le piaceva Ron, nessuno poteva raggiungere livelli tali di gelosia maniacale se non per un profondo interesse di carattere romantico. Harry ne era sicuro, quei due sarebbero di certo finiti insieme e la cosa gli dispiaceva. Sì, capito benissimo, gli dispiaceva perché alla fine sarebbe diventato il terzo in comodo e poi, anche se si vergognava a pensarlo, già si immaginava le litigate gigantesche di quei due! Che immagine terrificante! Sfiorò con l’indice il viso di Hermione sorridendo, Ron era fortunato con lei al suo fianco, di sicuro non poteva che diventare una persona felice e più matura(NdA che grande cazzata che ho sparato scusate e non ridete). Lo sapeva perché era l’effetto che si otteneva con lui da più di sei anni. Ripose l’album dentro la scatola e con la sua roba si diresse nel soggiorno.
    “Possiamo andare” disse Harry a quelli dell’ordine che annuirono silenziosi. La McGrannit trasfigurò le cose di Harry in piccolissimi puntine che il ragazzo mise in un sacchettino dentro alla tasca dei jeans. Era pronto a prendere la passaporta segreta per Grimmuld Place n°12 quando una forte esplosione fece tremare la casa. Un gigantesco BOOM!! Riempi il silenzio. Quelli dell’ordine presero in mano le bacchette e cautamente uscirono fuori a vedere cosa fosse successo. Harry uscì dopo di loro e quello che vide lo sconvolse.
    Le case del lato opposto di Privet Drive stavano bruciando a causa dell’esplosione di prima e sopra di loro troneggiava nell’aria il marchio nero di Voldemort in bella vista. Non ci fu il tempo di accertarsi che le persone della case in fiamme fossero ancora vive che sbucarono fuori dal fumo un gruppo di mangiamorte minacciosi che ridevano di gusto. Uno di loro parlò “Come vedi signor Potter il signore oscuro ti porge il suo saluto più caloroso. Pronto a morire ragazzino?” Harry strinse la bacchetta nella sua mano fino ad avere le nocche bianche di rabbia pura. Come si poteva essere tanto crudeli verso il prossimo?! Come si potevano distruggere delle vite umane con tanta tranquillità?! Come?!
    “Purtroppo per te non ho voglia di morire al momento, mi dispiace di rovinarti i piani mangiamorte!” rispose stizzito e livido di rabbia. Se non avesse saputo che doveva controllarsi avrebbe lanciato volentieri qualche Avada contro tutti loro. I mangiamorte erano circa una decina, per cui superavano di numero i membri dell’ordine, si prospettava uno scontro impari. Harry strinse ancor di più la propria bacchetta aspettando che quegli abominevoli compissero una mossa sbagliata. Guardò Moody che gli ricambiò uno sguardo complice facendogli capire che erano pronti. Il mangiamorte di prima ridacchiò “Molto spiritoso ma non credo che il mio signore possa accettare una simile risposta dovrai accontentarti di eseguire il suo volere! Crucio!!” gridò il mangiamorte dando iniziò così allo scontro che sin dalle prime battute pareva essere molto difficile. Esplosioni su esplosioni si intervallavano ad ogni incantesimo lanciato, grida di voci che si confondevano tra di loro e la confusione fu immediata. Harry dovette scansare la maledizione lanciata rilanciando a sua volta un schiantesimo che scontrandosi con il crociatus provocò un grosso rimbalzo di energie che lo fece saltare a terra, dietro di se. Si rialzò subito “Stupefecium!!” gridò ancora il ragazzo facendo svenire a terra due mangiamorte in un colpo solo. Harry ormai era diventato davvero potente anche se doveva affinare le sue conoscenze magiche se la cavava come un Auror professionista. Sentendo dei passi che venivano dietro le sue spalle si voltò di scatto dando un pugno nello stomaco al mangiamorte che voleva colpirlo a tradimento. Dopo il pugno gli diede anche un calcio al fianco destro facendolo svenire sul posto. Non preoccupandosi più di lui si diresse verso quelli dell’ordine che stavano purtroppo avendo la peggio con i nemici che dietro le loro maschere d’argento sghignazzavano compiaciuti. Harry non poté muovere un dito quando si accorse delle grida di una bambina che stava letteralmente soffocando sotto la stretta della poderosa mano di una mangiamorte. Come aveva fatto a non notarla prima?! Puntò la bacchetta verso l’omone oscuro capendo subito però che poteva correre il rischio colpire la bambina, che sul momento aveva cominciato a sputare saliva. Il mangiamorte che stava torturando la piccola creatura indifesa sorrise bieco ad Harry, ghignando divertito e poi avvicinandosi ad una delle case che stavano bruciando la gettò contro le fiamme. Harry rabbrividì dallo sgomento e dalla rabbia. Quell’animale l’aveva bruciata viva. Preso dall’ira corse incontro al mangiamorte pronto a fargliela pagare quando venne atterrato a metà tragitto da una persona in mantella bianca.
    Harry la scansò con rabbia puntando la bacchetta contro di lui “Chi cazzo sei?! “ urlò mentre fissava la casa in fiamme…quella bambina era ormai morta mentre il suo assassino era ancora in vita, doveva pagarla. Il ragazzo che l’aveva fermato alzò lo sguardo verso di lui puntando a sua volta la bacchetta “Mettila giù amico!! Se non te ne sei accorto ti ho appena impedito di fare una cazzata!” disse fissandolo negli occhi. Harry si ritrovò a guardare due occhi blu tempesta che lo scrutavano accigliati “Ma di cosa stai parlando?! Io volevo solo farla pagare a quel bastardo!” gridò a voce alta continuando a puntarsi le bacchette a vicenda. Cominciarono a girare in circolo, come se stessero per avere un duello, cosa impensabile vista la situazione “Se sei cieco non è affatto colpa mia!! Ma prima di fare delle stronzate tremende pensa prima!! Quella era una trappola tonto!” inveì cominciando a gridare anche’egli. Il ragazzo dagli occhi blu si abbassò improvvisamente portando Harry con se. Dietro di loro la casa di prima esplodeva completamente, facendo rimanere solo dei resti bruciacchiati “Quella bambina era un’illusione!! Era solo un modo per spedirti dentro alla casa! ora hai capito?!”. Harry lo guardò più confuso che mai. Ma chi era quel tizio?! Non poté dire nulla che una voce di ragazza li raggiunse “DANNY!!!! Stupefecium maxima!” urlò la voce che fece volare in aria una mangiamorte che stava per colpirli con una maledizione. Il ragazzo che si chiamava Danny si alzò velocemente seguito subito da Harry sempre più confuso, ma chi diavolo erano quelle persone. Danny sorrise “Grazie Elise!!!” disse rivolto ad una ragazza dai fluenti capelli marroni che colpiva con un calcio negli stinchi un omone più alto di lei. Si voltò verso il ragazzo “Non stare lì a fare la statua!! Vieni ad aiutarci scemo!!” disse prima di lanciare un incantesimo confundus contro gli occhi di una mangiamorte.
    Harry non potè avere spiegazioni che riprese a combattere assieme a quello strano individuo in bianco. Per un tempo indefinibile il ragazzo combatté interrottamente notando sul campo d battaglia, il giardino dei suoi zii, delle figure in bianco che combattevano con maestria e freddezza tali che lo fecero stupire ed erano tutti ragazzi della sua età! Quelli dal mantello bianco stavano avendo la meglio sui mangiamorte che ormai alle strette cominciavano a scappare lasciando senza tanti complimenti i compagni svenuti. Alcuni mentre stavano scappando vennero presi e legati da fili d’oro lanciati sempre da quelle strane presenze in bianco. Harry schiantò in ultimo mangiamorte prima di fermarsi. Si sedette sull’erba della aiuola di Privet Drive n°4 prendendosi la testa tra le mani. I capelli erano imperlati di sudore e polvere, i vestiti lacerati in più punti e qualche ferita di sangue sulle parti scoperte delle braccia ma questo non era quello che lo preoccupava. Tenne gli occhi chiusi pieno di frustrazione. Quella era solo l’inizio della nuova guerra, una delle tante battaglie che avrebbe dovuto affrontare prima di arrivare allo scontro finale con Voldemort, se ci arrivava certo. Non era tanto sicuro di poter sopportare a lungo quella situazione, anche se viveva quel terribile destino da molto tempo non riusciva ad abituarsi del tutto. Come si poteva essere un ragazzo di diciassette anni con il pesante peso del mondo sulle spalle?! come si poteva affrontare un pazzoide razzista e megalomane da solo?! Come si poteva diventare un assassino per salvare gli innocenti?! Perché doveva affrontare da solo quell’incubo. Forse non lo era veramente. Infondo c’erano tutti quelli dell’ordine, i suoi amici, Ginny( NdA altra gigantesca cazzata sick.gif). Ma da tempo aveva un peso dentro che gli diceva che alla fine sarebbe stato solo, solo e pieno di dolore, perché al mondo serviva solo un eroe, non Harry. Quei pensieri lo stavano tartassando dolorosamente aumentando la stanchezza provocata dallo scontro. Alzò finalmente gli occhi vedendo la McGrannit parlare con il ragazzo che l’aveva atterrato, sembrava sorridere felice. Intanto i feriti si stavano raccogliendo. Moody aveva un braccio in una posizione decisamente strana, Tonks era ferita in più punti ma decisamente stava meglio di Lupin che era steso a terra del tutto spostato con una mano sulle costole. I ragazzi con il mantello bianco invece erano piuttosto tranquilli, come se non fossero usciti da una battaglia contro dei maghi oscuri ma piuttosto da un semplice duello. Due ragazze, una portava gli occhiali e aveva una faccia piuttosto intelligente mentre l’altra era allegra e quasi saltellava da una parte all’altra, raccoglievano i mangiamorte rimasti e li legavano con del filo dorato uscire dalle loro bacchette. Harry venne raggiunto dalla ragazza dai capelli fluenti che l’aveva salvato prima. Si inginocchiò davanti a lui sorridendo dolce “Ciao Harry, io mi chiamo Elise molto piacere. Dimmi ti fa male da qualche parte?” chiese con voce serena e tranquillizzante prendendogli un braccio e osservandolo attentamente.
    “Ma voi chi diamine siete?” chiese bruscamente, anche se li avevano aiutati non si fidava per niente. Elise controllò anche le ferite dell’altro braccio delicatamente prima di tornare a guardarlo. Gli occhi di quella ragazza erano dorati con le pupille scure, ma quei ragazzi non avevano degli occhi normali?! Elise sorrise ancora rassicurante “Non hai nulla di serio, piccole ferite che si cureranno con una semplice pozione rigenerante” prese dalla tasca del mantello una piccola ampolla “tieni, bevila! Non fare quella faccia non è veleno” Harry prese l’ampolla ma non la aprì nemmeno, cominciava ad irritarsi “Mi vuoi dire chi siete?!” urlò questa volta il ragazzo attirando l’attenzione di tutti nel giardino. Elise abbassò lo sguardo per non essere colpita dai lampi d’ira provenienti dai brillanti occhi del ragazzo. Aprì la bocca per dire qualcosa ma venne interrotta “Elise vai a controllare quel signore disteso per favore. Con lui ci parlo io”
    Elise annui rialzandosi e chinando il capo in segno di saluto ad Harry che si stava irritando ancor di più. Gillian gli offrì una mano per rialzarsi a sua volta ma Harry la scansò bruscamente. Il suo sguardo era sempre arrabbiato. La ragazza però non abbassò gli occhi, li mantenne fermi immobili, fieri “Guarda che se continui così ti usciranno gli occhi dalle orbite Harry” esclamò ironica
    “Potrei finire per fare uscire qualcos’altro se non mi dite immediatamente CHI DIAVOLE SIETE?!”
    “Calmati Harry sono amici” intervenne la vecchia professoressa di trasfigurazione che si stava sistemando la crocchia sciolta. Harry si calmò un pochino anche se si chiedeva ancora chi fossero.
    “ Harry non è il momento di spiegazioni questo tra poco arriveranno quelli del ministero e tu devi allontanarti se non vuoi essere incastrato da loro in qualche noioso interrogatorio. A loro ci pensiamo noi. Prendi subito la passaporta per Grimmuld Place n°12” disse la ragazza come impaziente rivolgendosi poi alla McGrannit “Andate tutti là noi arriveremo più tardi” la professoressa annuì pronta ad allontanarsi. Harry non ci capiva nulla ma se la donna si fidava di loro avrebbe potuto dargli delle possibilità. La professoressa la chiamò a se mentre richiamava anche gli altri dell’ordine. Danny posò una mano sulla sua spalla solidale e senza dire nulla si avvicinò a Gideon e Gillian che guardavano pensierosi il marchio nero. Harry sentì ciò che si dissero “Cosa volete fare vuoi due?” chiese Danny intuendo un poco cosa stesse per succedere. Gillian lo guardò sorridendo lievemente “Secondo te? Non possiamo lasciarlo lì, esteticamente fa schifo non sei d’accordo?” Danny sorrise complice a sua volta “Mai stato più d’accordo mia cara! Lo fai tu o io” Gillian annuì e puntando la bacchetta contro il marchio nero fece scaturire una luce dorata che fece letteralmente scoppiare l’immagine verde del teschio di cui rimase solo fumo fosforescente. La ragazza si voltò verso Harry che stava per toccare la passaporta che gli urlò una cosa che lo confuse ancor di più.
    “Harry Potter se non lo hai ancora capito noi siamo i tuoi angeli custodi!!” Harry non poté chiedere nulla perché venne trascinato dentro il vortice della passaporta.

    NON CI AVETE CAPITO NIENTE VERO?! DOPO VEDRETE!! COMMENTATE SE VOLETE!! GRAZIE DELL'ATENZIONE E ALLA PROSSIMA STUPIDATA!!


     
    Top
    .
  2. DESTINY1991
     
    .

    User deleted


    molto bella!!! complimentoni, mi piace da matti! posta presto il seguito!!!
     
    Top
    .
  3. Nenad
     
    .

    User deleted


    anche a me piace molto promette veramente bene anche se la coppi non è delle mie preferite
     
    Top
    .
  4. Gillian'90
     
    .

    User deleted


    Grazie siete stati molto gentili....vorrei aspettare di vedere chi altri lo legge e poi continuo....avvertimento me quando scrive fa cose complicate, intrinse di casini e sono sadica....quindi avvertisco
     
    Top
    .
  5. The_misterious
     
    .

    User deleted


    bella biggrin.gif aspetto h/her biggrin.gif
     
    Top
    .
  6. Rubis
     
    .

    User deleted


    Gill posta ti prego!!! la ff è stupenda! inserirai anche me un giorno? cry.gif
     
    Top
    .
  7. Auror
     
    .

    User deleted


    postaaaaaaaaaaaaa
     
    Top
    .
  8. desdeus
     
    .

    User deleted


    Molto interessante continua cosi.
     
    Top
    .
  9. Gillian'90
     
    .

    User deleted


    Ok Grazie ragazzi per i commenti...ora posto il primo cap....spero che vi piaccia....per Rubis....vedrai certo che ci sarai!!! vedi poi perchè....
    bene buona lettura!!!!!

    1- A Grimmuld Place n°12

    Ecco la lì, Hermione Jane Granger missi-so-tutto-io, in preda alla più atroce disperazione che l’abbia mai colta nella sua vita. Da un lunghissimo quarto d’ora stava deglutendo l’aria come in preda ad un attacco d’asma, le mancava il respiro o meglio voleva farsi mancare il respiro, perché? Semplice se inspirava un po’ di ossigeno il suo cuore avrebbe avuto la sostanza che permetteva il suo regolare funzionamento provocando in lei quella orribile sensazione di ansia distruttiva che emanava fitte acute di dolore snervante al centro del suo petto. Era del tutto presa dall’ansia anche se ad occhio superficiale poteva passare come leggermente preoccupata, il punto era proprio che non lo era solo leggermente. Lo era immensamente.
    Mentalmente stava pregando con tutto il suo spirito che non accadesse nulla ad Harry, che arrivasse sano e salvo a Grimmuld Place e che non tornasse da lei pieno di colpe inutili e immaginarie. Era seduta su una poltrona al centro del salotto tenendo la mani incrociate, strette dalla tensione, con gli occhi nocciola completamente vitrei e puntati verso un qualcosa che andava di sicuro oltre i muri della casa.
    Era sola lì dentro mentre quelli dell’ordine si erano recati subito al luogo in cui si era accesa una battaglia. Due minuti prima gli Auror del ministero che facevano parte dell’ordine avevano ricevuto il messaggio dal ministero di uno scontro di mangiamorte cominciato nel quartiere babbano di Privet Drive. Quando tutti capirono cosa avessero attaccato Hermione era sul punto di svenire. Un gruppo dell’ordine era partito subito anche se la battaglia era cominciata ormai da troppo tempo e potevano arrivare quando tutto era già finito. Hermione sperava che non fosse accaduto qualcosa di irreparabile. Da parecchi minuti si stava torturando le mani cercando di darsi un contegno ma la cosa non le riusciva affatto. Come si riusciva a stare tranquilli mentre la persona amata rischiava la vita senza che tu potessi fare nulla al riguardo? Era sola ad aspettare l’evolversi della situazione, Ron e Ginny erano ancora alla Tana e sarebbero arrivati solo qualche giorno dopo, secondo quello che aveva detto la signora Weasley. Lei invece dopo aver ricevuto un gufo da Harry, in cui le diceva che sarebbe andato a Grimmuld Place, aveva convinto i suoi a farla stare con quelli dell’ordine invece che partire con loro in vacanza. Naturalmente i suoi genitori non sapevano assolutamente cosa veramente la loro figlia era andata ad affrontare ed era meglio per loro non saperlo per lungo tempo. Se avessero conosciuto il reale pericolo di trovarsi a Grimmuld Place le avrebbero impedito di raggiungere e quindi aiutare in qualche modo Harry. Ad Hermione però in quel momento importava solo di stare accanto al suo migliore amico, lei voleva aiutarlo, voleva condividere con lui ogni pericolo, non gli avrebbe permesso di stare solo. Il suo cuore non avrebbe retto alla prospettiva di perderlo…
    Hermione si alzò dalla poltrona cominciando a camminare nervosamente, sempre con gli occhi del tutto persi in confusionari e preoccupanti pensieri mentre stringeva a pugno le mani in modo quasi convulso tanto da renderle di un biancore livido. Se le fosse stato permesso si sarebbe gettata anche lei in campo ma aldilà di Harry per tutti quelli dell’ordine i ragazzi erano solo un impiccio. Per loro era solo una seccatura e lei non voleva finire a litigare. L’attesa di notizie la stava uccidendo. Si avvicinò ad una delle finestre del salotto sedendosi sul davanzale. Scostò un tenda per vedere il paesaggio di fuori. Vari babbani camminavano silenziosi per i marciapiedi bagnati dalla pioggia di due ore fa mentre le macchine sfrecciavano schizzando un po’ d’acqua dalle strade. Sembravano tutti così tranquilli, pieni solo dei pensieri semplici di ogni giorno, inconsapevoli di quello che viveva il mondo magico, ignorando la tragedia che stava accadendo. Hermione si morse un labbro sempre più piena di paura, invidiando per un momento quei babbani. Scacciò il pensiero immediatamente, doveva pensare ad Harry. Sorrise all’idea, ad Harry ci pensava sempre non c’era bisogno di costringersi a farlo. Harry era sempre nella sua testa.
    Per lei era importantissimo, per lui faceva di tutto e di più, qualunque cosa per vederlo felice, qualunque sacrificio e questo non era, per come potevano pensare alcuni pazzi, per pietà ma perché ci teneva più della sua vita.
    Un piccolo ‘pof’ la fece scattare in piedi con lo sguardo rivoltò verso l’origine del rumore. Hermione fece un lungo sospirò di sollievo rilasciando la gigantesca tensione che annodava i suoi muscoli e la sua anima. Sorrise alla vista della persona per cui aveva tanto temuto: Harry.
    Sembrava stesse bene anche se con i vestiti sporchi di fuliggine e qualche ferita sulle braccia scoperte della maglietta. I capelli erano molto spettinati e leggermente imperlati di sudore, la cicatrice risplendeva sulla sua fronte e i suoi magnifici occhi verde erano velati da una leggera malinconia che la fecero saltare al suo collo in poco tempo. Al momento desiderava stringerlo tra le sue braccia per fargli sentire che lei era lì per lui e anche per se stessa naturalmente.

    In pochi secondi arrivarono al quartier generale dell’ordine della fenice in uno stato decisamente pietoso. Lupin più di tutti. Lo stesero subito sul divano mentre gli altri dell’ordine si avvicinavano preoccupati. Moody e la McGrannit invece si recavano in cucina dicendo che sarebbero tornati per controllare la situazione, ora che il ragazzo era al sicuro era meglio sistemare le cose con quelli del ministero. Invece Harry non fece null’altro che pochi passi che una cascata di capelli marroni gli coprirono la visuale travolgendolo.
    Hermione gli era saltata al collo come quella volta di due anni prima e come all’ora diceva parole senza senso “Oh Harry!! Ero dannatamente preoccupata!!....abbiamo saputo soli pochi minuti fa dell’attacco a Privet Drive che non c’è stato il tempo di fare nulla se non mandare qualcuno ma non sapevo se potessimo arrivare in tempo!!....Sono morta dal terrore Harry!…ero terribilmente in pensiero per TE!…io non ce la facevo più proprio!! Per fortuna che sei sano e salvo…non puoi capire quanto sia stata in pensiero in questi pochi minuti…Oh HARRY mi dispiace tanto per quello che è successo…deve essere stato terribile…come avete fatto?! E’ stato difficile?! Mah!! Che cosa importa…l’importante che tu sia qui e che tu stia bene!! Perché stai bene vero Harry?” chiese senza staccarsi dal suo collo, tenendolo sempre stretto.
    Il ragazzo la lasciò andare con il suo lungo sproloquio godendosi un pochino l’attenzione che l’amica gli rivolgeva sempre ogni volta che si preoccupava, forse esagerava, ma per Harry era come una conferma che qualcuno almeno ci teneva a lui. Lui come Harry e non come il bambino sopravvissuto. Va bene che anche Ron si preoccupava e si interessava a lui come Harry ma non riusciva ad esprimere veramente i sentimenti di cui lui aveva bisogno per andare avanti. Hermione gli faceva sentire almeno un po’ indispensabile al di là di ciò che rappresenta. Era una sensazione piacevole lo ammetteva. La fece togliere dal suo collo con delicatezza prima di rispondergli “Calma Hermione, sto bene…almeno più di quello che dovrei essere dopo la battaglia. Non è successo nulla di che, solo hanno bruciato le case di Privet Drive. Un vero putiferio…non so anche se ci siano state delle morti…” Harry si fissò intensamente le scarpe ai piedi pensando che era tutta colpa sua se quell’inferno fosse successo, era colpa sua se delle persone innocenti avevano perso la loro casa o la vita, era colpa sua se Lupin stava peggio di quando diventava un licantropo. Era tutta colpa sua. Hermione lo guardò piena di apprensione, lo vedeva nei suoi occhi cosa stesse pensando così tristemente. La ragazza gli prese una mano dolcemente accarezzandola piano, come a voler attirare la sua attenzione e ci riuscì benissimo. Harry tornò a guardarla di scatto. Hermione gli stava dicendo con gli occhi le parole che gli ripetevano sempre ma che sempre di più non funzionavano. I suoi profondi occhi color nocciola gli dicevano ‘non è stata colpa tua’ e percepire quelle cose dette da Hermione avevano un valore maggiore e diverso, perchè lei era una delle persone che lo conosceva di più di tutte. Forse la persona che lo comprendevano più di chiunque altro, più di se stesso, ne era certo. Hermione sorrise vedendo che si era ripreso, lo abbracciò un’altra volta, molto più lentamente però e con un significato diverso. Cercava di rassicuralo. Harry la strinse a se appoggiando la testa sulla sua spalla, come se fosse un luogo perfetto per riposare. E lo era. Dopo qualche lungo secondo si lasciarono “Grazie…” Le sussurrò semplicemente il ragazzo sorridendo se pur lievemente.
    Stava per chiederle dove fosse Ron quando un rumore di pentole che cadevano a terra fecce voltare la testa a tutte le persone della sala verso la cucina. Molly aveva cominciato a gridare “MA CHI SIETE VOI?! ANDATE VIA!!...VIA!”
    Harry impugnò nuovamente la bacchetta correndo verso il locale dove stava la signora Weasley seguito da altri dell’ordine. Hermione di fianco a lui.
    Molly sul momento stava puntando la bacchetta verso una ragazza con gli occhiali completamente impolverata di farina che non prestava attenzione alla signora grassoccia che la minacciava, troppo concentrata a ripulirsi i capelli e gli occhiali dalla polvere bianca e dai resti di qualcosa di poltiglioso. Vicino a lei il ragazzo che Harry riconobbe per Danny portava una mano sulla bocca nel tentativo di non ridere dell’amica. Tentativo andato a vuoto “Ah, Ah!! Dio Lisa ma come fai a finire sempre per combinare disastri così sbellicosi!! Ah. Ah, ah!! La scusi signora…ahahah… ma vede Lisa ha una particolare predisposizione…ah…per..ah! le scenette comiche…ah,ah,ah…le vengono sempre benissimo!!ODDIO non riesco a fermarmi!! Ah,ahahahaha!! “ il ragazzo si premette la mano sulla pancia in preda alle risa da maldistomaco. Lisa lo guardò torvo dandogli una colpetto sulla testa “Ma cosa ti ridi stupido!! Possono capitare gli incidenti no?”
    Danny non la smetteva di ridere “Ahahahaha certo possono capitare…l’unica differenza e che tu gli attiri come calamite gli incidenti!! Ahahahah…...” il ragazzo si fermò finalmente asciugandosi gli occhi pieni di lacrime per il troppo ridere . La ragazza invece lo guardò offesa mentre con un colpo di bacchetta risistemava ogni pentola al suo posto “Mi dispiace per il disastro e per…” si annusò la manica del suo mantello sporco di roba appiccicosa “la torta di millefiori che stava preparando…che schifo…io oddio la torta millefiori, troppo dolce e zuccherosamente finta……i fiori non sono certo dolci” concluse Lisa producendo altre risate da parte di Danny “AHAHAHA! Ti ho detto di smetterla di farmi ridere…ahahah! Non respiro….!” Ormai era piegato in due al suolo. Lisa lo ignorò completamente lanciandogli solo una occhiata di sbieco dando poi la sua attenzione ad un Harry confuso, gli sorrise gentile avvicinandosi e stringendo una mano del moro che ricambiò educato “Piacere Harry Potter! Io sono Lisa Skeetering mentre quel beota sul pavimento che ride come una scimmia è….”
    “Danniel Fanler, per gli amici Danny. Ci siamo conosciuti prima amico!” concluse il ragazzo che si rialzava e prendeva una postura decente. Molly mise giù la bacchetta anche se fissava torva la ragazza che odiava le sue torte. Danny con grande sforzo di volontà la finì di ridere e tornò ad essere serio “Bene adesso che abbiamo terminato il nostro giornaliero teatrino comico passiamo alle cose serie”. Lisa annui decisa e rivolgendosi sempre sorridente ad Harry gli chiese “Ci accompagneresti da quel signore ferito? Elise ci ha chiesto di controllarlo per conto suo prima che il resto del gruppo arrivi” Harry alzò un sopraciglio ancora dubbioso di quegli strani soggetti. Non sapeva se poteva fidarsi, come sapevano di Grimmuld Place? come facevano a sapere che la cucina era il solo luogo in cui potersi smaterializzarsi? Capendo dalla sua indecisione cosa stesse pensando Harry, Lisa e Danny si guardarono con intesa. Lisa si avvicinò a lui poggiando rassicurante una mano sulla spalla “Non vogliamo farvi del male. Noi siamo amici te l’assicuro, forse ora non puoi avere fiducia in noi ma aspetta di conoscerci e vedrai che tipo di persone siamo…”
    “Dopo ci presenteremo e risponderemo alle tue domande ma prima dobbiamo occuparci dei feriti” concluse Danny per Lisa. Harry li scruttò ancora dubbioso guardando negli occhi Hermione in una muta domanda. Hermione lo guardò a sua volta capendo immediatamente cosa volesse, rispose per lui “Seguitemi è nel salotto” detto questo li accompagnò da Lupin.
    Lisa e Danny sorridevano stranamente.

    Il suo ex-professore di Difesa al momento non se la stava passando bene, respirava malamente e con una mano sempre poggiata sulle costole in un muto dolore, Tonks stava andando di matto. Lisa e Danny si avvicinarono al divano su cui era steso mentre quelli dell’ordine si allontanavano con circospezione, neanche loro avevano molta fiducia al momento. Harry invece si sedeva ad una poltrona vicina guardando poco convinto quei due ragazzi, Hermione gli mise una mano sulla spalla cercando di rassicuralo. Harry si tranquillizzò.
    Lisa si inginocchiò di fianco a Lupin appoggiando il mantello bianco su una poltrona vicina mentre sorrideva sempre molto rassicurante all’uomo. Passarono alcuni minuti in cui Lisa fece passare la bacchetta lungo il suo corpo in una specie di radiografia in cui il legno magico vibrava al minimo accenno di un problema. La ragazza scrutava ogni reazione della radiografia annotando tutto su un taccuino che veniva scritto da una penna portatile molto somigliante a quella di una giornalista particolarmente fastidiosa di conoscenza da Harry. Danny intanto guardava incuriosito ogni angolo della stanza, sembrava che la stesse analizzando “Questo posto è pieno di ricordi oscuri…” proruppe piano il ragazzo. Lisa non si voltò neanche, immersa come era nel finire i controlli da manuale commentò soltanto con un stizzito “L’ho notato anche io ma questo non cambia poi molto le cose” mentre controllava le pupille del povero Lupin che si sentiva sempre più una cavia.
    Danny mosse la testa in assenso “uhm…sarà ma la cosa non mi piace comunque. Speriamo che non le venga un attacco….”
    “Certo pensa sempre positivo Danny! Aiuta a mantenere il morale alto!” sbuffò annoiata la ragazza
    Danny affilò gli occhi scrutandola indispettito “Scusa tanto se mi preoccupo per gli amici! Parlare con te è come parlare con un muro! L’unica differenza è che loro hanno decisamente più sentimenti!” la sua voce suonò arrabbiata in modo esagerato.
    Lisa gli rimandò lo stesso sguardo indispettito, fronteggiandolo con le mani incrociate al petto “Scusami tu se non mi va sempre di essere negativa come un becchino! Alle volte mi chiedo se non sia un tuo modo personale di portare sfortuna! Si finisce a fare ininterrottamente le corna lo sai?!” disse usando lo stesso tono di voce.
    “Non c’è l’assoluta necessità di arrabbiarsi per un piccolo commento! Stavo solo dicendo che questa casa non mi piace per niente! Non volevo mica portarle sfortuna!” il ragazzo stava assumendo una colorazione molto porpora
    “Se non ti piace non finire subito con il pensare che succederà qualcosa di terribile! Se le accade qualcosa giuro che riterrò responsabile!” anche la faccia di Lisa stava diventando porpora
    “IO il responsabile?! IO?! Ma tu sei matta!!” Danny alzò gli occhi al cielo come a controllare che cadesse qualcosa per fermare la lingua di quella pazza poi visto che non accadeva nulla di cui sperava le fece un gesto stizzito con la mano per zittirla facendole capire che l’assurda discussione per lui era finita. Lisa non chiese di meglio voltandosi irritata come ogni volta che litigavano per qualcosa di assolutamente stupido. Senza più guardare il compagno rivolse la sua attenzione a Lupin “Non si preoccupi signor…”
    “Lupin” terminò Harry per lui
    “Signor Lupin non ha niente di grave, ha solo qualche costola rotta che potrebbero perforarle i polmoni…non faccia quella faccia deve solo stare immobile finché non arriverà la mia amica” l’uomo non si sentì molto tranquillizzato dalle sue parole e per questo si irrigidì come un pesce lesso “Per quanto riguarda il resto ha solo delle ferite superficiali curabili e noto una certa stanchezza dipesa, io credo, dalla sua naturale condizione di Licantropo…la luna piena si avvicina” concluse tranquilla il responso del suo controllo. Harry corrugò la fronte sorpreso “Come fate a sapere che Lupin è un licantropo?”
    Danny e Lisa si lanciarono uno sguardo di sottecchi prima di sorridere misteriosamente complici “Ci sono molte cose che conosciamo di voi…” disse allusivo il ragazzo mentre si stravaccava su una poltrona di fronte a lui giringillandoci i pollici e sorridendo sornione. Lisa rise divertita dimenticandosi in quell’istante che erano arrabbiati tra loro. Le loro litigate dilagavano in breve tempo e in breve tempo si spegnevano.
    Harry era sempre più curioso di sapere chi fossero anche se non gli piaceva affatto come lo stavano trattando, non aveva mai sopportato i misteri verso di lui. Come sapevano dell’ordine? di Grimmuld Place? che legame potessero mai avere con loro? Ma chi diavolo erano?
    Mentre si poneva queste domande si accorse solo in quel momento che non aveva ancora visto Ron e Ginny da nessuna parte. Prese la mano di Hermione spostandolo così dalla sua spalla. La strinse per attirare l’attenzione dell’amica notando dei piccoli lividi nel palmo interno “Ma cosa ti sei fatta alla mano?” chiese dimenticandosi ancora una volta di Ron e Ginny. Hermione alzò un sopraciglio e segui gli occhi di Harry. I lividi?! Cavolo come aveva fatto a farsene di così profondi?! Non se lo ricordava proprio “Ehm…” iniziò imbarazzata “Credo di essermeli fatti mentre ti aspettavo… Ero…ero… molto preoccupata” sentiva la sua faccia decisamente calda. Harry scosse la testa incredulo “Hermione! dovresti stare attenta…la prossima volta non farti male per nulla” le disse il ragazzo guardando i lividi leggermente violacei. Hermione annuì sempre imbarazzata, non poteva di certo dirgli che per lei non era proprio ‘nulla’ stare in pensiero per lui. Riprese la sua mano quando sentì le dita di Harry passare delicatamente sopra i lividi “Ehm…cosa volevi chiedermi ?” l’imbarazzo non spariva ancora.
    “Uhm?” rispose soprapensiero, stava pensando che Hermione era decisamente troppo apprensiva a preoccuparsi ma gli piaceva l’idea che quei lividi erano stati fatti in parte per lui, gli stavo sorgendo piano un piccolo sorriso quando Hermione lo fece tornare con i piedi a terra. Cosa voleva chiederle prima?! Dai Harry! Perché l’hai chiamata? Hermione rise “Harry ma non te lo ricordi?”
    “Ehm…no…vediamo…” Harry non se lo ricordava proprio “Ah! Sì, scusa volevo chiederti dove fossero Ron e Ginny” spiegò ricordandosi in estremis
    “Verranno tra qualche giorno dovevano sistemare alcune cose alla Tana…credo che sia per Bill e Fleur” spiegò vaga. Harry mosse la testa in assenso, stranamente non aveva voglia di vedere ne Ginny, ne Ron. Soprattutto Ginny, dopo che l’aveva lasciata non desiderava affrontarla e non per paura di cedere nel chiederle di tornare con lui ma perché sul momento preferiva non averci nulla a che fare, non capiva perché ma era così.
    “Harry va tutto bene?” chiese all’improvviso Hermione vedendolo così pensieroso, posando ancora una mano su quella di lui mentre lo richiamava a sé. Harry gliela strinse con naturalezza impercettibile e guardandola negli occhi nocciola sempre così pieni di profondità e intelligenza.
    Non ci fu bisogno di parole, non erano necessarie.
    Hermione aveva capito la sua risposta solo ricambiando lo sguardo del ragazzo. Per loro era sempre stato facile capirsi soprattutto in quel modo che avevano solo loro, come se avessero inventato una lingua per loro soltanto. Si ritrovarono a fissarsi dimenticandosi delle persone intorno, dimentichi di ogni cosa. Hermione si ritrovò a deglutire saliva, gli occhi verdi di Harry la stavano letteralmente facendo impazzire, erano magnetici, non voleva staccarsi. Mai.
    Harry invece stranamente sentiva di dover dire qualcosa, ma cosa?! I suoi occhi, come quelli della ragazza, si stavano sospettatamene spostando verso il basso: vide il naso con le piccole lentiggini, le labbra sottili, il mento piccolo, le labbra rosee, le sue guance delicate, le labbra dolci, i capelli mossi che arrivavano alle spalle, le labbra invitanti…INVITANTI?! Harry distolse lo sguardo imbarazzato lasciando andare la mano di Hermione e diventando un pochino colorito dalle parti degli zigomi. In quella stanza faceva troppo caldo. Ma cosa ti sei messo a guardare?! Idiota! Scemo e pure depravato! Non pensare queste cose di lei! Lei è Hermione! Già…Hermione
    La ragazza si toccò la mano che Harry le aveva stretto con tanta dolcezza. Era stato un bene che l’avesse lasciate perché sapeva che non avrebbe resistito tanto allungo, non ce l’avrebbe fatta proprio e poi lei sapeva che lui non aveva bisogno di queste cose al momento. Hermione si guardò intorno cercando di recuperare l’aria che gli occhi di Harry le avevano fatto perdere, era come essere stati in apnea, una magnifica apnea. I suoi occhi incontrarono quelli blu tempesta molto allegri di Danny. La stava guardando con un sopraciglio alzato spostando lo sguardo da lei ad Harry non consapevole dell’interesse. Danny sorrise sornione. Ma cosa aveva da ridere?! Si chiedeva Hermione
    Un rumore di pentole cadute fece di nuovo voltare tutti quanti verso la cucina, Molly aveva ricominciato a gridare “Ma chi diavolo siete?! NO! LA MIA TORTA DI MILLEFIORI!”
    Danny scattò in piedi seguiti dalla sua amica, da Harry ed Hermione. In cucina trovarono le pentole cadute per terra che ricoprivano il corpo impolverato di torta di una povera ragazza dai lunghi capelli verde acqua e gli occhi grigi scuri “Se provi a ridere Danny nessuno ti salverà da una Avada!” disse stizzita la ragazza che dopo essersi rialzata si puliva con la bacchetta dai resti di torta che aveva schiacciato. Danny non ascoltò l’avvertimento e cominciò a ridere. Lisa scosse la testa “Lascialo perdere Eva! Quello non merita la tua attenzione” le disse comprensiva l’amica intanto che risistemava le pentole con la bacchetta, pentole che caddero subito a terra per colpa di un’altra smaterializazione. Elise si ritrovò a terra sommersa dalle pentole. Molly emise un urletto indignato per le sue povere padelle che a forza di cadere si sarebbero ammaccate. Danny aveva perso il controllo delle sue risate. “Siete…ahaha…siete…ahah…spassose…oltre…ahahaha…ogni…ahhah…dire…ahaha…ragazze!” si teneva premuto un braccio allo stomaco mentre tentava di respirare. Lisa ed Eva gli lanciarono uno sguardo furioso “La vuoi smettere!” tuonarono all’unisono mentre aiutavano Elise che lo fissava a sua volta contrariata “Ma che gli prende?”
    “Nulla! Ignoralo!” le risposero ancora all’unisono Lisa ed Eva. Elise lasciò perdere “Gillian, Gideon e Sherazad stanno arrivando, ci sono stati problemi con quelli del ministero…” disse agli altri mentre si puliva un pochino il mantello. Elise alzò lo sguardo verso i capelli di Eva “Ma che hai tra i capelli?” chiese mentre la puliva da una poltiglia giallastra, l’assaggiò facendo subito dopo una smorfia “Bleh!! Torta millefiori! Io la odio!” esclamò mentre Eva cercava di ripulirsi i capelli “Anche io la odio” ammise lei dopo essersi pulita bene la testa. Danny a questi commenti sulla torta della signora Weasley aumentò le risate, era diventato violaceo ed aveva i crampi allo stomaco ma non accennava a smettere. Le tre ragazze lo guardarono ancora in malo modo. Non poterono dire nulla che il rumore ormai famigliare di pentole che cadevano si ripeteva ancora una volta. Una ragazza con profondi lineamenti egiziani e gli occhi di un verde chiaro come l’erba dei prati irlandesi si guardò intorno assieme a Gillian, tutte e due stavano in piedi sulla povera schiena di Gideon con la testa sotto una padella per giganti. Le risate di Danny ricoprirono la cucina seguito questa volta da tutti i presenti, compresa Lisa che però guardava ancora torva l’amico preso da spasmi di ridarella. I nuovi arrivati li guardarono perplessi, Danny si avvicinò a Gideon porgendogli una mano per aiutarlo ad alzarsi “Uhahahahaha…Per tutti uaahaha gli Knarl della terraa…uhahahaha…siamo…ahah…il peggior gruppo ahahaha….di….imbranati della storia….ahahah…cavoli…se…se…ahhah…il maestro Joanne ci vedesse…ahaha…farebbe..ahhah…finta di non conoscerci!! Ahahahah!” Gideon lo perforò con lo sguardo molto poco divertito dalla cosa “Hahaha Danny proprio divertente! Guarda mi sto scompisciando dal ridere come un certa bertuccia che ho davanti agli occhi in questo momento! Oh! Ma sei tu”
    Danny continuò a ridere imperterrito mentre veniva totalmente snobbato dai suoi amici impegnati a parlare fitto tra di loro. Sembravano molto seri soprattutto la ragazza che aveva ordinato a Harry di prendere la passaporta immediatamente. Dopo essersi sussurrati qualcosa molto fitti voltarono all’unisono gli occhi puntandoli su di Harry che rimandò le occhiate. Ma cosa avevano da guardarlo in quel modo?! La ragazza che l’aveva aiutato prima, Elise si ricordava che si chiamasse, parlava concitatamente, sembrava stesse spiegando qualcosa. Danny aveva smesso di ridere e si era unito a confabulare con i compagni. Le loro facce erano decisamente troppo serie e concentrate, alchè Harry cominciava ad incuriosirsi e ad irritarsi allo stesso tempo. E da come si esprimeva il volto di Hermione neanche lei era particolarmente felice di vederli parlottare segretamente.
    “Ho già avvertito maestro Joanne prima che partissimo. Non era molto d’accordo ma non ha potuto ribattere. Ora per quanto riguarda la burocrazia se ne occuperà mia nonna.” Disse sbrigativa la ragazza dagli occhi viola mettendo fine al discorso, si rivolse poi a Lisa “Occupiamoci di curare il signor Remus, portami da lui, Elise deve rimetterlo in sesto.” Danny annuì con una faccia decisamente pensierosa mentre accompagnava gli altri in salotto, senza guardare Harry di striscio che stava diventando sempre più irritato.
    Lisa diede tutti gli appunti sui controlli fatti ad Elise che li lesse velocemente prima di chinarsi con un sorriso gentile sull’uomo “Salve signor Lupin adesso vediamo cosa posso fare per lei” disse la ragazza mentre i suoi compagni si sedevano sulle poltrone stanchi e rimanevano in silenzio, tutte tranne Gillian che rimase in piedi di fianco a Elise.
    Lupin guardò la ragazza che lo stava curando con poca fiducia quando alzando un po’ il volto e poté scorgere la figura mantata di bianco di cui riconobbe gli occhi “Si fidi di Elise, la rimetterà subito a posto” disse lei rassicurante, Lupin fece un piccolo accenno con la testa come a voler dire che l’ascoltava
    “Ciao Gillian finalmente dopo tanto tempo ci si rivede” disse l’uomo a fatica, le costole gli facevano un male della malora. La ragazza fece scendere il cappuccio del mantello togliendolo subito dopo. Lì davanti la sagoma di una ragazza rivestita da una specie di tutta rossa vermiglio in pelle, luminosa e raffinatamente lavorata, costituita da degli stretti pantaloni infilati dentro a degli stivali neri e una casacca con vari lacci obliqui, sembrava pelle di drago. Lunghi capelli neri come la pece scendevano lisci fino alle spalle incorniciando due affilati e profondi occhi viola ametista che ad Harry ricordavano qualcuno. Gillian sorrise a Lupin “Come va signor Remus? Sono felice di rivederla anche se in questa situazione non troppo felice” l‘uomo sorrise amaramente consapevole del significato delle sue parole “Mi dispiace, avrei voluto che ci fossi anche tu al suo funerale, ne avevi più diritto di tutti purtroppo però non abbiamo potuto contattarti in tempo” Gillian scosse la testa in diniego “Non deve preoccuparsi non avrei comunque potuto parteciparvi e poi a me non sono mai piaciuti i funerali neanche a lui del resto.” lo rassicurò con voce cupa che tradiva tristezza
    Lupin chiuse gli occhi mentre Elise faceva passare una siringa dentro la sua pancia “Mi serve un po’ del suo sangue per preparare la pozione della Licantropia ” spiegò la ragazza cercando di non intromettersi più tanto nei loro discorsi
    “Questo è vero non gli sono mai piaciuti i funerali, come anche a tuo padre ” continuò Lupin trattenendo il respiro ad una leggera stoccata di bacchetta da parte di Elise sulle sue costole, Gillian si avvicinò, inginocchiandosi davanti a lui “Lo so, deve essere proprio una cosa di famiglia” sorrise intenerita all’idea “Me lo diceva spesso che gli somigliavo in molte cose ma per me tutti i nonni vedono nei nipoti qualcosa che appartiene a loro. Mio nonno Albus amava soprattutto ripetere che avevamo la stessa identica, folgorante passione per i sorbetti a limone”

     
    Top
    .
  10. The_misterious
     
    .

    User deleted


    bella continua biggrin.gif
     
    Top
    .
  11. Auror
     
    .

    User deleted


    bellissima continuala
     
    Top
    .
  12. Gillian'90
     
    .

    User deleted


    Grazie!! me commossa!!! Grazie
     
    Top
    .
  13. Auror
     
    .

    User deleted


    prego prego
     
    Top
    .
  14. desdeus
     
    .

    User deleted


    Bellissima . La materializzazione di lisa e danny in cucina è fenomenale .

    Anche l'arrivo di harrry e bellissimo ed anche la descrizione delle sensazioni di harry ed hermione è molto profonda. Spero che farai mettere insieme Harry e Hermione al più presto .

    Ancora complimenti

    Ciao
     
    Top
    .
  15. Gillian'90
     
    .

    User deleted


    OH!! QUANTO SEI GENTILE DESDEUS!!! GRAZIE!! mmm di certo finiranno insieme ma come avevo avvertito sono dannatamente sadica...sopratutto quando scrivo!
     
    Top
    .
390 replies since 26/9/2005, 15:49   3705 views
  Share  
.